APERTURA TORRICINO | TUTTI I GIORNI
Luogo privilegiato di osservazione, è uno dei punti più elevati della città, da cui si può ammirare uno spettacolare panorama a 360° di Urbino e del suo splendido territorio.
SU E GIÙ PER IL TORRICINO:
oltre i soliti punti di vista
Architettura
Emblema identificativo del “Palazzo in forma di città”, i Torricini, ispirati forse ai minareti d’oltre Adriatico, sono costituiti da un corpo cilindrico che appoggia su di un basamento a scarpa. Sulla sommità, il ballatoio sorretto da mensole in pietra a elementi sovrapposti funge da coronamento alla struttura centrale della torre stessa, definita dal Baldi “Canna della Torre”. Il ballatoio, come tutto il Palazzo, era coronato da merlature prima che fosse eretto il secondo piano nel XVI secolo. Il vertice della “Canna” è ornato da un robusto cornicione in pietra, efficace cerchiatura volta a contenere le sollecitazioni della guglia che vi si appoggia.
Utilizzo
I Torricini costituivano i principali percorsi di viabilità verticale del Palazzo. Ad uso privato del Duca, quello di nord-ovest, per raggiungere i suoi appartamenti dalle scuderie e dal bagno, l’altro per la servitù e il servizio dalla cucina all’Appartamento del Duca. L’accesso con l’esterno permetteva, inoltre di approvvigionare il Palazzo. Non è da escludere che i Torricini fossero usati anche come osservatori astronomici, vista la grande passione di Federico per questa scienza e per l’astrologia. A tal proposito ricordiamo come, alla Corte di Urbino, fosse presente l’astronomo Paolo di Middelburg, maestro di Federico e Guidubaldo nonché amico di studi di Niccolò Copernico.
Cosa si vede
Dal Guardaroba del Duca, percorrendo fino alla sommità la scala elicoidale posta all’interno del Torricino nord, è possibile accedere al camminamento circolare. Da questo affaccio si gode della visione dell’intera città, delle sue mura con la Fortezza Albornoz e lo scorrere del paesaggio verso l’Appennino e il mare. Leonardo da Vinci, durante il suo soggiorno a Urbino al seguito di Cesare Borgia nel 1502, ebbe modo di disegnare, oltre ad alcune delle parti del Palazzo Ducale quali lo Scalone d’Onore e la Cappellina del Perdono, proprio la cinta muraria e la fortezza succitata.