Pesca Miracolosa
15 marzo 2016

Bartolomeo di Giovanni Corradini detto Fra’ Carnevale (Urbino, ante 1416 – 1484 ca.)
Alcova di Federico da Montefeltro (1459-1460)
Legno dipinto e dorato, cm 340 x 340 x 340

Il termine Alcova deriva dall’arabo “tenda o stanza matrimoniale”. Si tratta di una piccola stanza in legno, dove in passato era posizionato il letto, realizzata da Fra’ Carnevale con l’aiuto di collaboratori intorno al 1459-1460, forse in occasione delle nozze di Federico da Montefeltro con la giovanissima Battista Sforza. Essa costituisce l’unica testimonianza dell’arredo ligneo originale del Palazzo.
L’alcova è un prezioso manufatto di perfetta forma cubica (misura cm 340 x 340 x 340).
La sua struttura si compone di pannelli, paraste, tavolato di copertura, dipinti a tempera e dorati. L’esterno è stato decorato da Fra’ Carnevale con finti marmi policromi e ricorda architettonicamente la facciata fiorentina del Palazzo Rucellai di Leon Battista Alberti.
In origine l’alcova doveva essere appoggiata alle pareti della sala come la vediamo ora. L’arredo era chiuso da una porta di accesso. I pannelli, decorati con alberi su finti marmi, erano tuttavia rivolti verso l’interno, di modo che il dormiente avesse l’illusione di trovarsi in un giardino rigoglioso.
Il fregio della trabeazione (trave), raffigurante testine di putti alternate a festoni, si deve sicuramente alla mano di Fra’ Carnevale. Questo stesso motivo si presenta spesso nella seconda metà del ‘400, lo ritroviamo nelle decorazioni scultoree delle architetture contemporanee e nelle miniature dei manoscritti collezionati da Federico.
Internamente si può ancora ammirare il bellissimo cielo a finto tessuto ben conservato, di color rosso e oro, con il motivo del fiore del cardo o della melagrana, tipico della cultura tessile del Rinascimento.

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