Alessandro Vitali e aiuti (?) | Annunciazione
29 marzo 2021

Alessandro Vitali
(Pesaro, 1580 ca. – Urbino, 1630)
Sant’Agata in carcere
1598
Dalla chiesa di Sant’Agata di Urbino
Olio su tela, cm 253 × 178
inv. D 350
Urbino, Galleria Nazionale delle Marche

 

La pala con Sant’Agata in carcere, oggi alla Galleria Nazionale delle Marche, risale, in base ai documenti, al 1598 e proviene dalla chiesa di S. Agata a Pian di Mercato a Urbino. Citata dalle fonti (Dolci, 1775; Lazzari, 1801) come opera di Vitali, si basa sugli studi che Federico Barocci stava realizzando per la composizione di una santa in estasi, di cui rimangono schizzi e bozzetti in varie collezioni: l’idea, forse pensata per la Santa Caterina di Cortona, sfocerà nel 1606 nella celebre Beata Michelina per S. Francesco a Pesaro, oggi alla Pinacoteca Vaticana.
Il dipinto rappresenta uno dei vertici dell’arte di Vitali ed è stato messo in relazione a un bozzetto di Barocci conservato agli Uffizi, da cui deriva la posa della santa e l’ambientazione oscura della scena, con un’apertura di luce solo nello sfondo. Il meraviglioso panneggio della protagonista, tutto cangiante nelle modulazioni di rosse e oro, è stato attribuito alla mano di Barocci, che spesso interveniva nell’opera dell’allievo. Ad Alessandro spetterebbero il fondale, gli angeli e, in primo piano, la natura morta costituita dagli strumenti di tortura: questi particolari sono caratterizzati da una precisione di disegno e da un’attenzione alla lucentezza metallica che contraddistinguono, come una firma, la cifra stilistica dell’opera matura di Vitali.

 

Valentina Catalucci

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