Michele di Giovanni da Fiesole, detto “Il Greco”
14 aprile 2020
Giovanni Angelo d’Antonio da Bolognola
14 aprile 2020

Orazio Gentileschi
(Pisa 1563 – Londra 1639)
David in contemplazione della testa di Golia
1610-1620
Olio su tela, cm 140 × 116
Urbino, Galleria Nazionale delle Marche
inv. D 299
Donazione Volponi (2003)

 

L’opera fu donata alla Galleria Nazionale delle Marche di Urbino dal celebre scrittore e politico urbinate Paolo Volponi. Si ritiene che in precedenza la tela facesse parte dalle collezioni di un castello svedese, anche se non è nota la sua collocazione originaria.
L’opera, di grandi dimensioni, costituisce una delle repliche eseguite da Gentileschi che hanno come tema il momento appena successivo all’uccisione di Golia da parte di David, episodio di grande forza emotiva in cui l’eroe biblico sta meditando sulla testa dell’avversario appena decapitato (l’artista aveva dipinto alcuni anni prima anche un David che uccide Golia, oggi conservato alla National Gallery di Dublino). Il giovane eroe, che emerge dal fondo scuro di drammatico sapore caravaggesco, osserva pensosamente Golia, la cui testa, posta su uno scalino di pietra, riecheggia la posizione di profilo che ha il volto dello stesso David.
Il suo corpo è modellato dalla luce proiettata come un fascio sul protagonista al centro della scena: intense zone d’ombra sottolineano ulteriormente l’aspetto meditativo dell’episodio, per altro non narrato nel racconto biblico.
Il dipinto Volponi è tagliato a metà polpaccio come un’altra celebre variante del tema eseguita da Gentileschi, il prototipo di una serie di più piccole dimensioni conservato presso la Galleria Spada di Roma (databile al biennio 1610-1612). Di queste repliche, una si trova presso gli Staatliche Museen di Berlino, una nella Quadreria dell’Arcivescovado di Milano in pendant con una Giuditta e Oloferne, opera della figlia Artemisia, e un’altra risulta dispersa.
Il dipinto Volponi sembra essere una delle cosiddette “copie d’autore”, di cui Orazio Gentileschi fu abile esecutore durante tutta la sua carriera. Il modello fu il celebre David in contemplazione della testa di Golia di Guido Reni, conservato oggi a Parigi. Il fatto che si tratti di una “replica d’autore” non sminuisce però affatto l’alta qualità del dipinto, disseminato di brani di intensa poesia, come la fonte aggrottata del giovane eroe in atto di meditare sul nemico e il volto ormai senza vita del gigante, la cui posizione di profilo sembra sottolineare ancor più drammaticamente l’ineluttabile incomunicabilità tra i due personaggi.
Per quanto riguarda la cronologia, Dal Poggetto, seguendo la lettura critica di Christiansen in relazione al David Spada, ritiene la nostra opera databile “più verso il 1610 che verso il ‘20”, anche se Papi, sempre in riferimento al dipinto romano, crede che ci si debba spostare più avanti negli anni, prima del suo soggiorno genovese.

Valentina Catalucci

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