MARZO AL MUSEO | ARTE, È DEDICATA AL FUMETTO LA CAMPAGNA SOCIAL DEI MUSEI ITALIANI PER IL MESE DI MARZO
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Paolo Uccello (Firenze 1397-1475)
Miracolo dell’Ostia profanata Tempera su tavola, cm 43 x 351, 1467/68
Tempera su tavola, cm 43 x 351
Il dipinto, realizzato da Paolo Uccello tra il 1467 e il 1468, costituisce la predella per la Pala d’altare della Chiesa della Confraternita del Corpus Domini, eseguita da Giusto di Gand tra il 1473 e il 1474.
Conservata prima nella chiesa di Sant’Agata, poi nel Collegio degli Scolopi, la predella entrò a far parte della Galleria Nazionale delle Marche nel 1861.
L’opera, che si presenta come un fumetto ante litteram, narra una vicenda avvenuta a Parigi sul finire del XIII secolo e si colloca nel clima antiebraico della metà del Quattrocento, periodo in cui in Italia nacquero i Monti di pietà con l’obiettivo di sostituirsi ai banchieri ebrei nella gestione di prestiti di denaro di modesta entità.
Il racconto, ambientato di notte, si compone di sei scene divise tra loro da colonnine tortili rosso violacee: nella prima scena si vede una donna che, entrata in possesso di un’ostia consacrata, la vende a un usuraio ebreo, probabilmente suo creditore. Nella seconda l’ostia viene profanata dall’usuraio che, assieme alla sua famiglia, la mette a cuocere in padella. Dall’ostia comincia a sgorgare una grande quantità di sangue tale da richiamare delle figure armate. Nella terza scena l’ostia, recuperata dei gendarmi, viene riconsacrata. Nella quarta la donna viene condannata all’impiccagione, mentre il mercante e la sua famiglia, nella quinta, vengono arsi sul rogo. Nell’ultima scena, infine, si vedono angeli e demoni che si contendono l’anima della donna.
Il carattere fumettistico dell’opera si esprime sia attraverso la sequenza degli episodi (detti anche storie), sia tramite l’inquadratura delle scene: le prime due si distinguono per la scatola prospettica sfuggente degli interni, mentre le successive quattro sono unificate da un paesaggio notturno, che fa da sfondo, caratterizzato dai particolari tipici dell’autore: alberi, luna etc. I personaggi protagonisti delle scene sono tuttavia illuminati a giorno. I volti, dall’espressività particolarmente marcata, e i gesti accurati contribuiscono a rendere la narrazione immediata e intensa.