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ORAZIO GENTILESCHI. REGOLA E NATURA 9 LUGLIO - 9 OTTOBRE 2016

ORAZIO GENTILESCHI. REGOLA E NATURA 9 LUGLIO - 9 OTTOBRE 2016

ORAZIO GENTILESCHI. REGOLA E NATURA 9 LUGLIO - 9 OTTOBRE 2016

ORAZIO GENTILESCHI. REGOLA E NATURA
DAL 9 LUGLIO AL 9 OTTOBRE 2016

Premessa

Le Marche conservano alcune importanti opere di Orazio Gentileschi, certamente il più originale tra i caravaggeschi di prima generazione. Il pittore, nonostante gli studi e le mostre che gli sono state dedicate di recente, mantiene ancora alcuni aspetti della sua attività – e della sua personalità – non adeguatamente conosciuti. In particolare si manifesta di grande interesse la sua produzione per le Marche. Propostosi nel 1619 al duca di Urbino per la decorazione pittorica della Chiesa di S. Ubaldo di Pesaro, egli fu da questi rifiutato essendo giudicato dallo stesso Francesco Maria II, strettamente legato a Federico Barocci e pertanto assai lontano dal gusto ‘realistico’ dei caravaggeschi, non adeguato alla tradizione culturale del ducato. Il pittore si allontanò così definitivamente dalle Marche, dove aveva ricevuto significative commissioni legate ai ceti nobiliari, i quali, nella politica espansiva della Chiesa, avevano assunto nuovo e grande rilievo.

Orazio Gentileschi rappresentò una sorta di cerniera tra passato e presente (tra la sua educazione classica e l’adesione al naturalismo) e fu evidentemente assai apprezzato in un contesto culturale anch’esso non ancora pienamente aderente alle innovazioni pittoriche del caravaggismo.

Le commissioni marchigiane sono nella gran parte collocabili nel secondo decennio del secolo e hanno una loro specificità nell’aver voluto guardare sia all’essenzialità della forma e del colore puro di marca quattrocenteschi, sia ai dettami più rigidi del pensiero controriformato del fabrianese Giovan Andrea Gilio.

Affine per premesse culturali e databile in anni contigui alle opere marchigiane è la grande pala di Torino (Annunciazione) che, grazie ad un’illuminata operazione di scambio culturale condotta tra la Galleria Sabauda di Torino e la Galleria Nazionale delle Marche, potrà essere vista per la prima volta a Urbino.

L’evento sarà di straordinario interesse perché porterà il focus dell’attenzione scientifica e mediatica su opere, luoghi e momenti della storia dell’arte, di incomparabile fascino e non abbastanza conosciuti. 

Progetto scientifico

L’esposizione dedicata ai dipinti di Orazio Gentileschi (Pisa 1563 – Londra 1639), che si terrà a Urbino, ha l’intento di far comprendere al grande pubblico sia l’evoluzione del linguaggio pittorico e le logiche relazioni tra le opere che il pittore lascia nelle Marche, sia i due periodi centrali della sua vita artistica: il periodo marchigiano e quello, conseguente e più breve, genovese.

Le opere che si esporranno e dialogheranno, nelle infinite affinità esistenti, sono quelle che il pittore realizza per le Marche e soprattutto per la città di Fabriano (in primis la Visione di Santa Francesca Romana, conservata nella Galleria Nazionale delle Marche a Urbino, proveniente dalla Chiesa olivetana di Santa Caterina di Fabriano e datata tra il 1614 e il 1618-‘20), e L’annunciazione della Galleria Sabauda di Torino, realizzata a Genova nel 1623 per essere donata dallo stesso Gentileschi al duca di Savoia Carlo Emanuele I.

Comun denominatore delle opere sono le influenze che sono state via via riferite all’arte fiorentina del ‘400, alla pittura tardo cinquecentesca di Santi di Tito o alle esperienze marchigiane del Lotto. Queste influenze si colgono soprattutto nella semplicità delle composizioni, nella minuzia con cui vengono trattati i dettagli, rendendo il linguaggio di Gentileschi dipendente dai dettami controriformistici dei critici di fine ‘500, o da quelli espressi dal fabrianese Giovan Andrea Gilio nel 1564. Quest’ultimo, in particolare, invitava gli artisti a rifarsi alla fonte storica (intesa, molto più semplicemente, come l’insieme delle fonti bibliche e agiografiche) e a rappresentare il senso della decenza, ispirando nell’osservatore la purezza, la castità e la reverenza nei confronti della religione, evidenti nelle due tele che si presentano in mostra.

L’esposizione è l’occasione per comprendere, ancora una volta, in che modo Gentileschi si rapporta all’arte religiosa del passato, non relegando le sue opere a uno stile arcaico o retrospettivo. Il pittore, infatti, non rimane lontano dagli aggiornamenti pittorici contemporanei e la comprensione della poetica di Caravaggio, conosciuta a Roma, viene assimilata da Orazio anche nelle sue opere religiose, conducendo il realismo caravaggesco verso “un nuovo carattere devozionale, oltre che estetico”.

Altro elemento che accomuna alcune tele sono le sembianze con cui viene effigiata la Vergine. Orazio, infatti, molto realisticamente, non ritrae una bellezza ideale, ma la bellezza terrena di una fanciulla che deve aver colpito in modo particolare il pittore, in quanto la sceglie come modella per la Madonna nelle due opere di Urbino (la Visione di Santa Francesca Romana) e Torino (l’Annunciazione). Il volto della stessa giovane, riappare anche nella Maddalena che abbraccia inginocchiata la Croce nella Crocefissione della Cattedrale di San Venanzio di Fabriano.

La mostra sarà l’occasione per confrontare anche un’altra opera del Gentileschi, donata alla Galleria Nazionale delle Marche dal senatore Paolo Volponi, con le altre opere esposte.

Maria Rosaria Valazzi – Agnese Vastano – Andrea Bernardini

Bibliografia provvisoria ed essenziale:

  • A. Emiliani, Orazio Gentileschi: nuove proposte per il viaggio marchigiano, in “Paragone”, n. 103, 1958, pp. 38-57.
  • C. Pizzorusso, Rivedendo il Gentileschi nelle Marche, in “Notizie da Palazzo Albani”, anno XVI, n. 1, 1987, pp. 57-75.
  • L. Arcangeli, Orazio Gentileschi, in Lorenzo Lotto nelle Marche. Il suo tempo, il suo influsso, catalogo della mostra di Ancona a cura di P. Dal Poggetto e P. Zampetti, Firenze 1981, pp. 526-528.
  • L. Carloni, Orazio Gentileschi fra Roma e le Marche, in in Orazio e Artemisia Gentileschi, catalogo della mostra di Roma – New York – Saint Louis, a cura di K. Christiansen J.W. Mann, Ginevra-Milano 2001.
  • K. Christiansen, schede di catalogo, in Orazio e Artemisia Gentileschi, catalogo della mostra di Roma – New York – Saint Louis, a cura di K. Christiansen J.W. Mann, Ginevra-Milano 2001.
  • E. Butteri, “Quasi un Bronzino fattosi caravaggesco” Gentileschi nella terra di Gentile, in S. Blasio (a cura di), Marche e Toscana. Terre di grandi maestri tra Quattro e Seicento, Pisa 2007, pp. 231-260.
  • L. Arcangeli, Adesione al classicismo e presenze caravaggesche nel Ducato di Urbino e nelle Marche, in C. Strinati e A. Zuccari (a cura di), I Caravaggeschi: percorsi e protagonisti, vol. I, Milano 2010, pp. 183-192.

 

Elenco delle opere in mostra:

  1. Orazio Gentileschi, Circoncisione, Ancona, Pinacoteca Comunale, olio su tela, cm 390 x 252.

1

  1. Orazio Gentileschi, David con la testa di Golia, Urbino, Galleria Nazionale delle Marche, olio su tela, cm 140 x 116.

2

  1. Orazio Gentileschi, Visione di Santa Francesca Romana, Urbino, Galleria Nazionale delle Marche, olio su tela, cm 270 x 157.

3

  1. Orazio Gentileschi, Crocifissione, Fabriano, Cattedrale di S. Venanzio, olio su tela, cm 368 x 210.

4

  1. Orazio Gentileschi e G. F. Guerrieri, San Carlo Borromeo orante, Fabriano, Cattedrale di S. Venanzio, olio su tela, cm 336 x 200.

5

  1. Orazio Gentileschi, La Madonna del Rosario, Fabriano, Pinacoteca Civica, olio su tela, cm 292 x 200.

6

  1. Orazio Gentileschi, San Carlo Borromeo contempla gli strumenti della Passione, Fabriano, Chiesa di S. Benedetto, olio su tela, cm 288 x 160.

7

  1. Orazio Gentileschi, Annunciazione, Torino, Galleria Sabauda, olio su tela, cm 286 x 196.

Orazio Gentileschi

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