PIANO SECONDO
I locali di questa parte del Palazzo sono il risultato di un’addizione architettonica già iniziata dai Montefeltro nell’ala orientale e meridionale dell’edificio e portata poi a compimento dai Della Rovere. Per volontà di Guidubaldo II (1514-1574) alla metà del XVI secolo fu completato e decorato tutto il piano, con la sopraelevazione delle terrazze merlate del ‘400, ad opera di Bartolomeo Genga e Filippo Terzi.
Negli anni Sessanta fu in particolare poi recuperato e ammodernato il cosiddetto “appartamento roveresco”, in corrispondenza delle sottostanti sale della Jole.
Non sempre conservata come in origine, la decorazione di questi ambienti, opera dello scultore Federico Brandani (1525-1575), si mostra molto simile a quella dell’Appartamento degli Ospiti del piano nobile. Le porte delle stanze sono sormontate da grandi decorazioni in stucco caratterizzate da imponenti emblemi rovereschi. Nella seconda sala sopra il grande camino, posto di fronte all’ingresso per colpire la vista del visitatore, si trova il simbolo araldico delle Tre mete, molto diffuso nella decorazione plastica di tutto il piano. Sotto l’emblema, collocato sopra un piedistallo a volute su cui sono appoggiati due formosi putti, si legge il motto Filaretotato (amantissimo delle virtù), che allude alle qualità morali del committente Guidubaldo II.
Nella Galleria che si affaccia sul Cortile del Pasquino, le cui mura mostrano ancora i segni dei merli originari, è stata rinvenuta in tempi recenti una decorazione a grottesche, riferibile sempre al tempo di Guidubaldo II.
Da segnalare due particolarità: in una delle pareti di fondo della Galleria è dipinta una delle più antiche vedute della città di Urbino, mentre nella muratura di una delle sale adiacenti si notano le grandi canne fumarie cilindriche, una volta svettanti sul tetto, inglobate nel paramento murario durante le fasi di ristrutturazione promosse da Guidubaldo II.