PIANO TERRA

Attraverso l’ampio androne d’ingresso, coperto da una volta a botte, si accede al Cortile d’onore, in cui è evidente l’emblematico nitore spaziale proprio dell’architetto Luciano Laurana.
Alla sua ideazione si devono le colonne slanciate, gli archi, le volte dei porticati e il disegno delle trabeazioni. In seguito alla partenza di Laurana da Urbino nel 1472, il cortile fu concluso sotto la supervisione di Francesco di Giorgio Martini, che realizzò i prospetti del primo piano che si affacciano sul cortile.
Nonostante i due differenti interventi architettonici, il Cortile d’onore rimane esemplare per la sua unità e coerenza stilistica. Connota inoltre tutto lo spazio l’iscrizione sopra le arcate, che celebra Federico da Montefeltro come grande condottiero in tempo di guerra e clemente signore in tempo di pace.

Al piano terreno si trovano inoltre molti altri ambienti, funzionali all’organizzazione della vita a corte. Sul lato occidentale del cortile si apre la rampa che scende ai locali di servizio dei sotterranei. A destra seguono altri ambienti che costituiscono la zona “dei Banchetti”: in origine queste stanze formavano l’appartamento di Ottaviano Ubaldini, fidato consigliere di Federico e, dall’inizio del XVII secolo, furono occupate dalla duchessa Vittoria Farnese.
Dai “Banchetti” si accede al Giardino Pensile e alla serra, mentre attraverso altre stanze si giunge ai due piccoli ambienti gemelli della Cappella del Perdono e del Tempietto delle Muse, collegati dalla rampa elicoidale di un torricino allo Studiolo del piano nobile.

A sinistra dell’ingresso del Palazzo si affacciano gli ambienti della Biblioteca del Duca, pensati come vere e proprie sale di rappresentanza, dove fu raccolta una collezione di volumi celebre in tutta Europa. Alla morte di Federico (1482) la biblioteca raccoglieva più di 900 codici di stampo propriamente umanistico, tra cui 600 circa tra latini e pochi volgari, 168 greci, 86 ebraici, 2 arabi. Compariva tutto il corpus della cultura greca e romana allora nota, pochi testi medioevali e molte opere contemporanee, con la preferenza di codici scientifici.

Dopo Federico tutti i successori ampliarono la biblioteca di famiglia e alla morte dell’ultimo duca, Francesco Maria II Della Rovere (1631), si contavano ben 1760 volumi.
Infine, nel 1657 Papa Alessandro VII Chigi acquistò l’intera biblioteca, che oggi costituisce il Fondo Urbinate della Biblioteca Apostolica Vaticana.