SOTTERRANEI
Gli affascinanti sotterranei del Palazzo Ducale invitano a considerare gli aspetti della vita quotidiana che vi si svolgeva. Qui vivevano tutti quegli umili servitori cui era affidato il compito di soddisfare le esigenze di vita materiale della corte. Gli studi svolti durante il restauro di questi ambienti hanno permesso di riconoscere la lavanderia, la stalla, il bagno e le cucine, tutti servizi che richiedevano un uso abbondante di acqua. Sono stati inoltre recuperati gli impianti che costituiscono uno dei più notevoli esempi dell’ingegneria idraulica del tempo, realizzati da Francesco di Giorgio Martini.
Strettamente collegato alle coperture del Palazzo, che al tempo di Federico erano a terrazza, è il sistema di raccolta e di distribuzione dell’acqua piovana. Dalle coperture questa veniva convogliata tramite tubature alle cisterne che si trovano a vari livelli al di sotto del piano terra. Delle tre cisterne, quella ubicata sotto il Cortile d’Onore è la più grande e sofisticata con ai lati due filtri che servivano a depurare l’acqua. Il volume d’acqua contenuta nella cisterna, pari a circa 90 mc., era predisposto per una durata media di due mesi per il fabbisogno di circa 190 persone.
Scendendo la rampa d’accesso, la prima stanza a destra è stata riconosciuta come lavanderia e tintoria per il ritrovamento di tracce di colore, fili di cotone e di un impianto idrico considerevole. Inoltre, in alto sulla volta vi è un’apertura collegata all’appartamento della Duchessa al Piano Nobile, dotata probabilmente di un montacarichi, per il trasporto della biancheria.
Dalla lavanderia si sale alla neviera, un pozzo a forma conica nel quale si raccoglieva la neve che cadeva nel soprastante Giardino Pensile.
Proseguendo, prima di entrare nella grande stanza chiamata “selleria” si nota, attraverso un’apertura sul pavimento, un grande scivolo nel quale quotidianamente si scaricavano le lettiere sporche dei cavalli. Quando pioveva lo scivolo veniva ripulito dall’acqua proveniente da una conduttura verticale (discendente) dal Giardino Pensile. La denominazione di “selleria” è dovuta al ritrovamento di finimenti in cuoio per le selle dei cavalli ed alla mancanza di un sistema di smaltimento dei rifiuti liquidi, che troveremo, invece, nella stalla.
Infatti la grande sala a destra della selleria era la stalla: nella pavimentazione sono visibili le poste per 30 cavalli ed un sistema centrale di scarico delle sostanze organiche liquide, costituite da una serie di pietre forate.
La necessità di una “stanza da bagno” a corte viene dichiarata anche nei trattati dell’architetto Francesco di Giorgio, il quale si rifà alle terme romane e in particolare alle indicazioni di Vitruvio.
Due piccoli ambienti ulteriori possono essere identificati con il bagno privato del Duca: quello con la vasca può essere collegato al frigidarium vitruviano, in quanto qui le pareti non venivano riscaldate, mentre la vasca stessa al tepidarium perché contenente acqua calda; l’altro ambiente è collegabile al calidarium, perché sotto il pavimento e nelle pareti vi è un’intercapedine in cui circolava aria calda grazie all’immissione di braci.
Procedendo, ci troviamo nella cosiddetta “cucina del Duca” in cui si trova una zona con la pavimentazione degradante verso uno scarico, che probabilmente era utilizzata per il lavaggio delle stoviglie. L’attuale camino, probabilmente ridotto all’epoca in cui i Duchi della Rovere si trasferirono a Pesaro, non corrisponde a quello esistente al tempo di Federico, che doveva occupare tutto l’ambiente che oggi si vede dietro la parete.
L’ampio locale successivo è stato infine identificato come luogo in cui venivano preparate le vivande in occasione dei ricevimenti svolti a Corte, ai quali partecipavano numerosi personaggi illustri.